La soia e le risposte (scientifiche) a tutti i dubbi
La soia è forse uno degli alimenti più discussi. Fa bene o fa male? È meglio non mangiarla? Tutta la soia è OGM? Questi sono solo alcuni dei dubbi che ci poniamo quando parliamo di soia, un ingrediente utilizzato da millenni soprattutto in Oriente e su cui si basano buona parte delle preparazioni alternative alle proteine animali.
È necessario allora fare un po’ di chiarezza, perché gli studi ufficiali su questo prezioso nutriente ci sono e oggi la scienza ha dati molto certi. Mettiamo allora da parte dicerie e fonti poco autorevoli e analizziamo da vicino i motivi per cui vale la pena introdurla nella nostra alimentazione quotidiana, fin da bambini (e soprattutto bambine!).
La soia biologica
Per prima cosa, la soia biologica non può essere OGM, per cui da questo punto di vista possiamo essere tranquilli. Ormai esistono coltivazioni in tutta Europa (soprattutto in Francia, ma anche in Italia).
Seconda cosa la soia è ricca di isoflavoni (la classe più importante di fitoestrogeni), sostanze di origine vegetale che hanno una struttura molto simile agli estrogeni. Proprio questa caratteristica consente loro di preservare alcuni tessuti dallo sviluppo di tumori, come ad esempio quello alla prostata e al seno.
Inoltre la soia aiuta l’elasticità dei vasi sanguigni e mitiga gli squilibri ormonali, come nel caso della sindrome premestruale e da menopausa. Se fin da piccole avviene un consumo regolare, il nostro corpo può beneficiare da adulte di tutte le sue proprietà regolatrici: la soia è un legume particolare, contiene, non solo un’elevata percentuale di proteine (37% nei fagioli secchi di soia), ma anche tutti gli aminoacidi essenziali e gli omega 3 e omega 6, con un notevole vantaggio sul profilo lipidico per chi li assume, diminuendo il rischio cardiovascolare, a causa dell’aumento del “colesterolo buono”.
Dosi consigliate
La dose consigliata è quella di una porzione al giorno che significa, per esempio, una tazza di bevanda di soia da 250 ml o un panetto di tofu da 100g.
Solo chi soffre di ipotiroidismo, deve porre attenzione al suo consumo, perché c’è un discorso di interferenza nell’assorbimento dei farmaci, ma questo vale anche per la fibra in generale o per il latte, ad esempio.